Lettera aperta dal Presidente della Regione Sicilia

Signor Presidente,

Il 15 luglio scorso, il sindacato DIRSI – Associazione Dirigenti della Regione Siciliana ha compiuto 40 anni e vorremo celebrare questa occasione condividendo con Lei qualche riflessione.

Il nostro primo pensiero va a Filippo Basile, un collega dirigente regionale che Lei stesso ha recentemente definito “funzionario irreprensibile che aveva fatto del rispetto delle regole e del senso delle istituzioni la sua ragione di vita”.

Il DIRSI un anno dopo la sua scomparsa ha voluto dedicare la stele, realizzata dall’artista siciliano Gai Candido, che oggi si trova presso l’Assessorato agricoltura, con alla base una citazione del poeta Kahlil Gibran che dice: “E come la singola foglia non ingiallisce senza che la pianta tutta ne sia complice muta, così il malvagio non potrà nuocere senza il consenso tacito di voi tutti. E quando uno di voi cade, cade per quelli che lo seguono giacché mette in guardia contro l’ostacolo. Ma cade anche per quelli che lo precedono, i quali benché più celeri e sicuri nel loro passo, non rimossero l’ostacolo”.

Abbiamo fatto della memoria di Filippo Basile e di questa massima il nostro riferimento anche nel condurre le lotte sindacali e cercare di far rispettare i nostri diritti, abbiamo mantenuto sempre un certo garbo e senso di responsabilità.

Non abbiamo mai manifestato in maniera sconsiderata e non abbiamo mai alzato i toni della discussione dimostrando senso del dovere anche nei momenti più difficili. 

Il mancato rinnovo per 14 anni di un contratto collettivo è un fatto molto grave; è una grave lesione del diritto cardine dei lavoratori che la Corte Costituzionale ha evidenziato nella sentenza n. 178 del 23 luglio 2015.

Ciò che fa più male è vedere calpestata la dignità dei Dirigenti Regionali che comunque tra mille difficolta non si è mai sottratta al proprio dovere.

Si è poi innescato un ingiustificato linciaggio mediatico, alimentato spesso da generiche e superficiali dichiarazioni politiche, che porta ad individuare nella classe dirigente della Regione Siciliana il male di tutta l’amministrazione pubblica. 

Siamo molto preoccupati per il futuro della Dirigenza Regionale.

Ci sentiamo vittime di una situazione paradossale che non abbiamo contribuito in alcun modo a creare.

Dalla Regione, da Lei rappresentata, ci attendiamo un sostegno attento e concreto. 

La maggior parte della dirigenza ha una età superiore a 50 anni ed è entrata nell’amministrazione regionale avendo superato un regolare concorso per dirigenti.

Nel 2000, con la legge n.10, il legislatore ha “inventato” una terza fascia provvisoria in attesa di definire le modalità di quanti sarebbero transitati in seconda e quanti sarebbero transitati in prima fino ad esaurimento della terza fascia.

Nel suo programma elettorale del 2017 Lei si è impegnato alla “Revisione legge 10/2000: verrà assicurata maggiore qualità alla selezione della classe dirigente cui affidare la responsabilità amministrativa nel perseguimento del programma di governo ed una minore discrezionalità nell’esercizio del sistema sanzionatorio la cui attivazione dovrà avvenire automaticamente al mancato raggiungimento dell’obiettivo.”

A distanza di 19 anni, con le prime due fasce dirigenziali praticamente vuote, ci troviamo ancora nel pantano della terza fascia dirigenziale.

Il superamento della terza fascia dirigenziale (anomalia tutta siciliana che i governi precedenti hanno mantenuto e che i giornali erroneamente definiscono una promozione) dopo 19 anni, è diventato oramai un atto dovuto.

Nessuna promozione, nessun profilo anticostituzionale nel superamento della terza fascia dirigenziale ed il transito nella seconda, ribadisco che la maggior parte dei dirigenti in servizio alla Regione Siciliana hanno svolto un regolare concorso per dirigenti, ed ad ulteriore riprova il riconoscimento della seconda fascia non determinerebbe alcun aggravio di spesa. 

Anche in questo caso, con il perdurare di una situazione paradossale, viene minata la dignità di una intera categoria nei confronti di tutte le classi dirigenti appartenenti alle altre pubbliche amministrazioni.

Lanciamo un appello alla responsabilità, affinché possa sbloccare la situazione della dirigenza tutta con il superamento della Terza fascia dirigenziale.